martedì 12 luglio 2011

Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009

 
a cura di Guido Pietroluongo

Tutte le considerazioni, la cronologia degli eventi, il risultato dei referti necroscopici e delle analisi condotte, l’elenco di chi è intervenuto, le conclusioni sulle cause sullo spiaggiamento di massa di 7 esemplari di Capodoglio (Physeter macrocephalus) sul litorale compreso tra Cagnano Varano e Ischitella (FG) tra il 10 ed il 15 Dicembre 2009 sono state rese pubbliche in una relazione finale
presentata al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad opera del responsabile Prof. Sandro Mazzariol del Dipartimento di Sanità Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria dell’Università degli Studi di Padova (http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?lang=&item=/documenti/notizie/notizia_0208.html) e in uno studio multidisciplinare pubblicato sulla rivista scientifica PlosOne dal titolo:
Sometimes Sperm Whales "Physeter macrocephalus" Cannot Find Their Way Back to the High Seas: A Multidisciplinary Study on a Mass Stranding


Garganistan Gargano Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009 di Guido PietroluongoQuesti importanti documenti evidenziano come lo spiaggiamento dei 7 Capodogli sia attribuibile ad una condizione multifattoriale, come spesso viene suggerito nei lavori scientifici che riportano eventi come questo, che ne ha determinato l’impossibilità ad orientarsi: fattori ecologici (profondità), biologici (inesperienza del gruppo), sociali (aggregazione), alterazione del sensorio e immunocompromissione di origine chimica.

Lo spiaggiamento di massa dei 7 Capodogli rappresenta un evento abbastanza inusuale nel Mar Mediterraneo e per le coste italiane, per quanto sia già stato descritto in passato almeno 7 volte.

I 7 animali erano giovani maschi con un’età intorno ai 15/25 anni che, potenzialmente, avevano appena lasciato i gruppi materni e quindi probabimente inesperti. Senza dubbio, il gruppo si configura nell’entità sociale di una “bachelor school”, probabilmente aggregatosi di recente, come suggeriscono i matching fotografici con i database mediterranei dato che alcuni soggetti provenivano dal Mar Ligure quindi in migrazione stagionale tra i due bacini attraverso lo stretto di Messina o (meno probabile) il Canale di Sicilia (entrambe rotte migratorie per questa specie nel bacino Mediterraneo).

Garganistan Gargano Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009 di Guido PietroluongoTale osservazione viene supportata dai dati sugli isotopi stabili che indicano un cambio di dieta 2-3 mesi prima dello spiaggiamento, questi animali si trovavano molto probabilmente nel Mar Ionio nel periodo antecedente allo spiaggiamento.

E’ plausibile supporre che il gruppo abbia impiegato almeno 7 giorni (nella condizioni teoriche in cui avessero nuotato ininterrottamente alla massima velocità conosciuta e con precisa direzione verso il promontorio garganico) per arrivare davanti alle coste garganiche, tempi che coincidono con la mancata alimentazione dimostrata dall’analisi dei contenuti gastrici.

In particolare si devono considerare eventuali alterazioni con aumento della temperatura dell’acqua nei mesi di Novembre e Dicembre lungo la Fossa Ellenica e la parte orientale del Mar Adriatico, un fronte termico favorevole allo spostamento o allo sviluppo di una popolazione di prede, condizione per cui i Capodogli probabilmente si siano spinti verso questa rotta che invece si è rilevata fatale perché priva di prede (in particolare i Capodogli si nutrono prevalentemente di cefalopodi).

Quando questi animali si trovano in mari poco profondi forse non riescono più ad utilizzare in maniera adeguata il proprio sistema di orientamento.

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Utilizzando metodi di fotoidentificazione, tre dei sette individui sono stati associati a precedenti osservazioni (Cla, Pomo, Zak Whitehead).
  • Cla (indicato come il n°6) un maschio fotoidentificato per la prima volta nel 2002 nel Mar Ligure occidentale, dove è stato nuovamente avvistato più di cinque volte tra il 2003, 2005 e 2007, è stato sempre osservato come un individuo solitario, o tra altri maschi.
  • Pomo (indicato come il n° 2) un maschio fotoidentificato per la prima volta nel 2003 nel Mar Ligure occidentale in un gruppo di altri maschi.
  •  Zak Whitehead (indicato come il n° 5) era un maschio per la prima volta fotoidentificato nel 2000 nel Mar Ionio sud, nella cosiddetta “Fossa Ellenica”, e qui riavvistato sette volte tra 2002 e il 2005. E ‘stato sempre osservato come membro della stessa unità sociale
I rilievi patologici sono stati effettuati, per forza di cose, su soli 3 soggetti e quindi danno un quadro incompleto della situazione.
[…]

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Quando qualcuno disse che altri 2 Capodogli ripresero il largo o si erano spiaggiati a Vieste, probabilmente era stato spettatore dello spiaggiamento dei primi esemplari già morti mentre vedeva il resto del gruppo proseguire.

Gli altri esemplari si sono spiaggiati più distanti, il litorale che ha coinvolto lo spiaggiamento di massa infatti è lungo 3,8 km..
E’ quindi facile immaginare che per una sola motovedetta della classe 800 della Guardia Costiera (allertata dal Ministero per l’occasione) fosse impossibile pattugliare con precisione e monitorare la situazione, […] per queste ragioni per di più va evidenziato che sarebbe stato impossibile un salvataggio degli esemplari spiaggiati vivi, la cui salute era già fortemente compromessa.

Il tentativo di salvataggio avrebbe solo maggiormente aggravato le condizioni dei Cetacei i quali avrebbero potuto riportare gravi danni alla colonna vertebrale per le manovre inadeguate da effettuare, vista la mole degli animali (oltre al fatto che mezzi adeguati non sono ancora a dis posizione degli operatori in Italia). […]
 
L’unica soluzione sarebbe stata la pratica di eutanasia che purtroppo in quella sede per responsabilità da attribuire, per segnalazioni ministeriali, per mancanza di protocolli adeguati e disponibilità di sospensioni farmaceutiche adatte non è stata possibile effettuare.

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Andando avanti in questi due importantissimi studi si evince che […]“pur non avendo messo in luce alcuna evidenza diretta tra le prospezioni geologiche autorizzate nell’Adriatico meridionale dal 15 Ottobre 2009 e lo spiaggiamento dei 7 Capodogli che ci ha visti coinvolti nelle indagini post-mortem, non possiamo escludere un’eventuale influenza indiretta. 

Per quanto le condizioni di salute di questi animali fossero precarie, non è ancora chiaro perché questi soggetti, una volta entrati nel bacino Adriatico, non siano tornati immediatamente verso il mare aperto, proseguendo verso nord e trovando qui una sacca a fondo cieco, una trappola. 

Attività antropiche di ricerca di idrocarburi, segnalate in via non ufficiale su entr ambe le coste, potrebbero aver contribuito a spaventare ed allontanare questi animali “[…]queste le parole del Prof. Mazzariol responsabile dell’equipe ministeriale specializzata.

L’influenza indiretta significa che eventuali attività antropogeniche (un’inchiesta del giornalista Gianni Lannes evidenzia come nel periodo tra il 25 Novembre e il 13 Dicembre 2009 era in piena attività la nave olandese “Pelagia” autorizzata dal Governo Berlusconi ad attività di prospezioni geosismiche per la ricerca di idrocarburi e nello stesso periodo erano presenti esercitazioni militari permanenti) hanno solamente influenzato il comportamento dei Cetacei ma non possono essere considerate la causa diretta della loro morte. Altri fattori naturali da tenere in considerazione sono i terremoti, come evento causale di una fuga e non come scatenante una condizione embolica ( riportato il 26 Novembre 2009 -magnitudo 5,1 scala Richter- nella Fossa Ellenica).

Garganistan Gargano Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009 di Guido PietroluongoUna rapida risalita infatti avrebbe rilevato alla necroscopia la presenza della cosiddetta “gas and fat embolic syndrome”, non presente negli esemplari esaminati, una tipica sindrome embolica per mancata decompressione descritta in un importante studio dell’equipe del Prof. Fernandèz, Medico Veterinario esperto di Cetacei dell’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, in associazione allo spiaggiamento di massa di Cetacei della famiglia  Ziphiidae che venne messo in correlazione diretta con l’impiego dei sonar della Nato, arrivando anche a formulare una direttiva nazionale che potesse evitare altri episodi. 

Va quindi evidenziato come tali attività avrebbero solamente “dirottato” i Capodogli verso un habitat non consono alla loro biologia costringendoli a rimanere a digiuno per giorni.

Infatti, per maggiore precisione, i risultati ottenuti dalle indagini sugli emboli gassosi possono essere definiti, secondo l’esperienza del gruppo dell’Universidad de Las Palmas, coordinato dal Prof. Fernandez, come un “embolismo gassoso” associato a pneumoediastino, pneumotorace e pneumopericardio, causati da un lungo periodo di decubito sulla spiaggia in vita (Fernandez et al., 2009; Bernaldo et al., 2009).

D’altra parte, bolle di gas sono state trovate principalmente nelle vene coronariche e non ampiamente distribuiti in tutto il resto del corpo, come descritto nella “gas and fat embolic syndrome” dovuta a mancata decompressione per rapida risalita.

Le caratteristiche di questo embolismo sono correlate alla massa di questi animali che passano molto tempo sulla spiaggia schiacciati dal loro stesso peso (nella vita in acqua non lo percepiscono): la posizione di decubito laterale, infatti, senza un’adeguata capacità di movimento della cassa toracica, porta progressivamente ad una respirazione forzata, con ampi movimenti di inspirazione ed espirazione e di sovra-distensione dei polmoni che sono compressi e congesti. 

Questo processo porta ad un ingresso di gas nell’atrio e nel ventricolo sinistro attraverso le vene polmonari. 

Garganistan Gargano Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009 di Guido PietroluongoQuesto, combinato ad una ridotta efficienza ventilatoria polmonare, porta ad una progressiva generale ipossia e ad un’ipertensione polmonare con conseguente insufficienza cardio-respiratoria che porta a morte. 
Inoltre una seconda opzione suggerisce che il lungo e inaspettato viaggio di questi Cetacei, abituati a immersioni profonde, in acque poco profonde potrebbe consentire ai tessuti di rilasciare gas libero, situazione aggravata dallo spiaggiamento.

 
I polmoni congesti impediscono la clearance polmonare (la depurazione da parte dei polmoni di bolle di gas) insieme al gas rilasciato favorito da un ambiente a bassa pressione (di superficie). 

Infine, entrambi i processi possono avvenire contemporaneamente e sinergicamente si influenzano a vicenda. 

Da segnalare che era presente anche gas di putrefazione (idrogeno e metano), indicando una sovrapposizione dei processi con una maggior evidenza di tale condizione.

Ad ogni modo va sottolineato come la mancanza di dati precisi e ufficiali su attività antropogeniche possa impedire una reale individuazione della causalità degli eventi e quando esercitazioni militari o prospezioni geosismiche sono dirette senza nessun controllo fattivo da parte di organi competenti quindi facilmente occultabili.

Le compagnie petrolifere come le forze armate, durante queste operazioni, sono tenute a rispettare alcune norme comportamentali per mitigare eventuali impatti (come sottoscritto negli loro stessi studi di impatto ambientale). 

Ad oggi non è dato sapere se tali precauzioni, oltretutto criticate a livello nazionale come poco cautelative, siano effettivamente rispettate durante le operazioni e quindi sarebbe necessario un reale controllo affinché tali precauzioni vengano messe in atto. 


Senza riferire le conseguenze di un eventuale estrazione petrolifera che, attraverso i mezzi e le procedure caratteristiche di questa pratica, contamina inevitabilmente e irreversibilmente il mare con conseguenze gravissime su flora e fauna.

Si ricorda inoltre che, in un recente articolo pubblicato da Plos One (“Hearing Loss in Stranded Odontocete Dolphins and Whales” Mann et al. ), è stato segnalato che almeno la metà dei Cetacei spiaggiati mostra un’alterazione delle funzioni uditive, possibilmente dovuta all’inquinamento acustico marino, a cui sicuramente gli airguns contribuirebbero in maniera puntuale. […]

Proseguendo nell’analisi dei fattori che hanno portato allo spiaggiamento i Capodogli, […]il digiuno forzato ha fatto in modo che ci fosse una movimentazione delle riserve lipidiche e, potenzialmente, delle eventuali sostanze inquinanti lipofiliche presenti nei tessuti adiposi; questa situazione ha ovviamente aggravato le condizioni generali di salute dei soggetti.


Garganistan Gargano Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli nel 12/2009 di Guido Pietroluongo

In parole povere i Capodogli hanno usufruito delle proprie riserve di grasso per sopperire al mancato nutrimento, nelle quali erano accumulate sostanze tossiche che tornate in circolo hanno potenzialmente compromesso maggiormente il quadro di salute degli animali, […]durante la necroscopia ci si imbatte in attrezzi da pesca, ganci, funi e vari oggetti di plastica; nei contenuti gastrici, si denota con grande senso di colpa e rammarico la forte influenza che l’uomo con le sue attività e con i suoi comportamenti “eco-incompatibili” ha sull’ecosistema marino sempre più impoverito a causa di questo tipo di inquinamento e di altri contaminanti ambientali e comportamenti (es. sovrasfruttamento delle risorse ittiche, riscaldamento del Pianeta, attività di estrazione petrolifera etc. etc.).

Una situazione molto delicata 
e spesso irreversibile 
che si riflette sulla nostra stessa salute e vita 
e alla quale non si presta la dovuta e necessaria attenzione.

Guido Pietroluongo

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Info Point sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli......
Video Shok sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli by "Garganistan Reportage"



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