31.12.1861...2011
150° ANNIVERSARIO DELL'ATTENTATO BRIGANTESCO
ALL' 8° REGGIMENTO LANCIERI DI MONTEBELLO
A PONTE DI CICCALENTO
di Emiliano Tarluttini
La realtà del Sud-Italia, nei primi anni dell’Unità,
aveva come protagonisti i Briganti.
Alcune cause che scatenarono questo fenomeno fu
la negligenza, da parte del popolo, di accettare la costituzione dell’Unità
d’Italia o l’indolenza di effettuare il servizio militare per una patria
che non sentivano loro.
Il nuovo governo del Regno d’Italia per affrontare il
fenomeno del brigantaggio
inviò nelle regioni del Sud un igente numero di soldati, affiancati anche da reparti di cavalleria, quale tra questi il neo-Reggimento dei Lancieri di Montebello, inviato in Capitanata nel triennio 1861…1863.
inviò nelle regioni del Sud un igente numero di soldati, affiancati anche da reparti di cavalleria, quale tra questi il neo-Reggimento dei Lancieri di Montebello, inviato in Capitanata nel triennio 1861…1863.
I primi mesi, sul Gargano, dei Lancieri dei
Montebello, non fu dei più lieti, per il fatto che furono molte le perdite
negli scontri contro le bande di briganti che abitavano la zona, tra cui
i temibili Angelo Maria Del Sembro detto Lu Zambre e Raffaele Villani
detto Recchiemuzze, maggiori esponenti nel territorio limitrofo a San Marco
in Lamis.
Lo scontro più cruento avvenne il 31 Dicembre
del 1861 presso il Ponte di Ciccalento nell’agro di San Marco in
Lamis all’epoca chiamato Ponte Sessa.
I Lancieri di Montebello avevano anche il compito di
viglilare presidi stabiliti, con cambi mensili, per proteggere le vie di
comunicazione da Foggia con Manfredonia e San Marco in Lamis, zone molte
frequentate dai briganti.
Martedi 31 Dicembre 1861, il plotone comandato dal tenente
Leopoldo De Gregorio attendeva il cambio di guardia, da parte dell’ 8°
Reggimento Lancieri di Montebello formato da 21
lancieri, comandati dal tenente Carlo Alberto Fossati,
provenienti da Foggia.
Lungo il cammino il tenete Fossati scorse alcuni
briganti nei pressi del Ponte di Ciccalento e visto l’esiguo
numero di essi decretò giusto caricarli.
Arrivati nei pressi del Ponte, però, successe l’inaspetato.
Dagli argini del Fiume Candelaro spuntarono altri briganti, comandati dal temibile Angelo Maria del Sambro detto Lu Zambre, che iniziarono a far fuoco sul plotone inerme e sorpreso dal fatto.
A salvarsi miracolosamente furono il tenente, un
caporale ed il trombettiere che assistitrono impotenti alla carneficina.
Un lanciere riuscì a salvarsi fingendosi morto dopo essere stato ferito….
In totale i soldati morti dell’ 8° Reggimento Lancieri
di Montebello furono 17.
Consultando gli atti conservati nel Museo Storico
dei Lancieri di Montebello, i lancieri uccisi furono:
i Caporali
- Viterbi Gaspare
- Gazzaniga Pietro
- Rebuzzi Andrea
l’Appuntato
- Salvi Angelo
i Lancieri
- Scaiola Domenico
- Gogna Domenico
- Cerrata Giuseppe
- Serosso Giuseppe
- Naviglio Giacomo
- Carnaghi Filippo
- Beccarla Francesco
- Santandrea Luigi
- Avondo Givanni
- Canova Biagio
- Masaro Ambrogio
- Bertoni Ottavio
- Torcello Giovanni
Webgrafia:
http://www.brigantaggio.net/brigantaggio/Storia/Altre/San%20Marco%20in%20Lamis.htm
http://xoomer.virgilio.it/pablotm/lancieri.html
http://www.sanmarcoinlamis.eu/notizie/in-evidenza/3480-briganti-e-cavalieri-in-capitanata
http://www.sanmarcoinlamis.eu/notizie/in-evidenza/3480-briganti-e-cavalieri-in-capitanata
Garganistan ® 2011
Mi sembra un'analisi molto superficiale sul fenomeno del brigantaggio postunitario, loro non hanno accettato di essere sfruttati e massacrati, fenomeno che dura ancor ora. Chiedetevi il perchè dei massacri piemntesi piuttosto, avete mai sentito parlare di Pontelandolfo e Casalduni. Poi sarebbe bello fare un'analisi economica sugli investimenti dell'italia che scordano sempre il sud, ma propagandisticamente sembra che chissa cosa ci diano, studiate i rapporti svimez, la CASMEZ, i decreti sull'edilizia scolastica e come mai per gli sgravi fiscali un ministro che si chiama guarda caso PADOAN ha dovuto riscrivere il decreto 3 volte per includere i comuni del Gargano tra quelli alluvionati.
RispondiEliminaConcordo pienamente con te. E' assurdo che nemmeno noi meridionali vogliamo prendere atto della verità storica. I soldati del re sabaudo, i “piemontesi”, con la scusa della lotta al brigantaggio uccisero, stuprarono, squartarono, sgozzarono, misero a ferro e fuoco interi paesi causando migliaia e migliaia di morti innocenti.
EliminaE ci vollero ben ancora almeno sette anni per piegare definitivamente tutte le sacche di resistenza dei partigiani lealisti al re Borbone sulle montagne abruzzesi, lucane, campane, pugliesi, calabresi, e siciliane.
Napoli era la terza capitale d’Europa. Napoli aveva istituito la prima cattedra di economia in Europa. La prima linea ferroviaria: Napoli-Portici. Poi arrivarono i Savoia. La resistenza durò dieci anni. Qualcuno pensa che sia attiva ancora oggi. Dopo l’occupazione piemontese i capitali si trasferirono al Nord e i meridionali nelle Americhe. Il Sud non fu liberato, ma consegnato al sottosviluppo. La Questione Meridionale deriva da un esproprio.
“Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esser preso a sassate, essendo colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio – GIUSEPPE GARIBALDI -”
RispondiElimina“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIOGRAMSCI -”
“L’unità d’Italia è stata purtroppo la nostra rovina economica. Noi eravamo, nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico sano e profittevole. L’ unità ci ha perduti.
E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all’opinione di tutti, che lo stato italiano profonde i suoi benefici finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che in quelle meridionali – GIUSTINO FORTUNATO – ”
“Se dall’unità d’Italia, il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E’ caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone – GAETANO SALVEMINI -”
“Gli scrittori italianissimi inventarono dunque i briganti, come avevano inventato i tiranni; ed oltraggiarono, con le loro menzogne, un popolo intero sollevato per la sua indipendenza, come avevano oltraggiato principi, re ed anche regine colle loro rozze e odiose calunnie. Inventarono la felicità di un popolo disceso all’ultimo gradino della miseria, come avevano inventato la sua servitù al tempo de’ sui legittimi sovrani. – HERCULE DE SAUCLIERES, 1863 – ”
RispondiElimina“Sento il debito di protestare contro questo sistema. Ciò che è chiamata unità italiana deve principalmente la sua esistenza alla protezione e all’aiuto morale dell’Inghilterra, deve più a questa che a Garibaldi, che non agli eserciti stessi vittoriosi della Francia, e però, in nome dell’Inghilterra, denuncio tali barbarie atrocità, e protesto contro l’egidia della libera Inghilterra così prostituita – LORD LENNOX, parlamentare inglese, 1863 – ”
RispondiElimina“Pare non bastino sessanta battaglioni per tenere il Regno. Ma, si diranno, e il suffraggio universale? Io non so niente di suffraggio, so che al di qua del Tronto non ci vogliono sessanta battaglioni e di là si. Si deve dunque aver commesso qualche errore; si deve quindi o cambiar principi o cambiar atti e trovar modo di sapere dai napoletani, una buona volta, se ci vogliono si o no. Agli italiani che, rimanendo italiani, non vogliono unirsi a noi, non abbiamo diritto di dare archibugiate – MASSIMO D’AZEGLIO – ”
“In un solo mese nella provincia di Girgenti, le presenze dei detenuti nelle prigioni furono 32000. Non si turbino! Ho qui il certificato, la nota è officialissima, 32.000 presenze in carcere, solo nei trenta giorni del mese. Ed ora, codeste essendo le cifre, io domando all’onorevole ministro dell’Interno: ne avete ancora da arrestare? –FRANCESCO CRISPI – ”
Ricerca del Dott. Giovanni Saitto, pubblicata sul libro " La Capitanata, fra briganti e piemontesi"
RispondiEliminaDi seguito l'elenco, in ordine alfabetico, degli insorgenti (cosiddetti briganti, secondo l'agiografia risorgimentale) "giustiziati", nei primi anni successivi all'unità, in terra di Capitanata o ivi definitivamente catturati e poi giustiziati in altra provincia.
http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/elenco.htm