Lettera scritta da Lucio Dalla sul suo amato Gargano....
"Questa è una delle tante sere ai piedi del Gargano, a Foggia, come mille altre volte o a Manfredonia o Mattinata, benedetta dal sole e dalla luce che ti riempie gli occhi ma non li ferisce, ma anche a Monte Sant’Angelo tra il fresco delle rocce e il respiro degli ulivi, fra case medievali della bianca dignità del tempo e della memoria rinnovata tra il gotico romanico e longobardo che vuole dire soprattutto Pugliese.
Pugliese dei miracoli, dei nomi e dei diavoli, del misticismo e della laica allegria del vento sempre complice e al servizio del pastore e dell’ulivo che suda il caldo dell’estate più bella, più blu di cielo e più bianca di luce che c’è.
Io
sono anni che vengo tra queste terre benedette e uniche, vengo perchè
non so o perchè non ne posso fare a meno per quel misterioso gioco della
memoria che analizza i ricordi, li trasporta nel presente, li rinnova e
li cambia come fossero respiri dagli inizi secolari o che non si
chiudono, non si concludono mai e che mantengono croccante il pane che
hai tagliato venti anni prima o non seccano mai quel vasetto di olive
che la tata preparava e che tu non hai mai avuto il tempo di aprire.
Sono appena le ventidue che decido di passare all’azione; prendo la macchina e, come faccio ogni volta, salgo da Manfredonia verso Mattinata fino a Monte, vado a vedere il Silenzio.
E qui mi devo spiegare: appena passato il paese, prendendo la direzione San Giovanni Rotondo, si supera il bivio per Macchia
e si imbocca il lungo rettilineo che porta al paese di Padre Pio, dopo
un chilometro scarso, se è notte come questa notte e se il cielo è così
pieno di stelle da doversi vergognare, ti trovi davanti a uno degli
spettacoli più unici da vivere e più difficili da dimenticare.
Lì puoi “ascoltare il buio e vedere il silenzio”.
Credo
di avere portato in questo posto decine di persone, tutti amici fidati e
dopo essermi fatto promettere il totale mantenimento del segreto e la
massima riservatezza e non prima di avere tranquillizzato i più
suggestionabili, enfatizzando con parola giusta questo straordinario
spettacolo, ho visto molti di loro piangere o altri addormentarsi alla
luce brillica delle stelle e al più impetuoso silenzio mai ascoltato
prima.
Ecco
che cosa ha questa terra: è unica, è un ponte per entrare nella tua
anima, per godersi spettacoli che non ci sono più o non sono mai
esistiti, per sentirsi antropologo di se stesso, per giocare, esplorare,
pregare, fare il bagno
nel mare della storia o in quello salato tra i più puliti e meglio
costeggiati che questo povero Adriatico ancora può permettersi, sperando che Dio, grande e unico profusore di dolci bellezze, ci conservi tutto questo per tanto, tanto tempo ancora.
E cioè per sempre."
Lucio
Dalla
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INTERVISTA A LUCIO DALLA SUL GARGANO
Garganistan ® 2012
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