Sulle trivellazioni petrolifere la
Regione Puglia difenda la propria dignità e il proprio ruolo.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO (11.1.2016)
Il nuovo anno ha portato in dono ai pugliesi un nuovo permesso di ricerca petrolifera: quello noto
convenzionalmente come B.R274.EL, rilasciato
alla Petroceltic Italia srl al largo delle coste del Gargano, per la durata
di sei anni, che si aggiunge agli altri undici già rilasciati a partire da
giugno scorso, ma non ancora attivati dal MISE. Altro che smobilitazione
petrolifera.
Il permesso, che ha il grande sapore della beffa, è stato
rilasciato dal MISE e pubblicato sul BUIG del 31 dicembre 2015, il giorno prima dell’entrata in vigore
della Legge di Stabilità che, di fatto, ne avrebbe determinato il preavviso di
rigetto e la successiva riperimetrazione (in quanto, pur di poco,
parzialmente interferente con la linea delle 12 miglia marine dalla costa).
E’ questo uno degli atti che dimostra come il restyling normativo
sul tema degli idrocarburi, previsto dal Governo nella Legge di Stabilità sia
l’ennesima presa in giro a danno dei territori, questa volta con l’intenzione
di eludere i referendum.
A questa conclusione è giunta anche la Corte di Cassazione che, con un’Ordinanza
emessa l’8 gennaio, ha riammesso il
referendum sul mare (quello sulle dodici miglia marine) chiarendo che
l’emendamento introdotto dal Governo non soddisfa la proposta referendaria ma,
anzi, tende a raggirarla. Alcuni permessi di ricerca, infatti, verrebbero
“congelati” nelle stanze del Ministero, in attesa di tempi migliori e di una
nuova svolta normativa (che il Governo spera possa esservi in autunno prossimo,
con il referendum costituzionale che dovrebbe riconsegnare la potestà
energetica nelle mani del Governo).
Per altri due
quesiti (durata dei
permessi e Piano delle Aree) le Regioni
promotrici del referendum stanno
sollevando il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei
confronti del Parlamento. Nel caso in cui la Corte Costituzionale
riconoscesse il tentativo di elusione, verrebbero annullate le modifiche
parlamentari su quei due argomenti e si potrebbe celebrare il referendum su tre
quesiti.
Tutti elementi a conferma di una trappola ben studiata da parte del
Governo, ordita alle spalle dei territori e finanche dei Consigli Regionali
che, su pressione dei movimenti notriv e di duecento associazioni ambientaliste
e non, avevano promosso il referendum, il cui spirito viene completamente
tradito.
La Puglia, attraversata da una serie di scempi ambientali, ha
visto i suoi cittadini diventare in questi anni protagonisti della richiesta di
cambiamento che, sul tema delle trivellazioni petrolifere, ha portato a grandi
manifestazioni di piazza, assemblee permanenti e a una deliberazione del
consiglio regionale all’unanimità a pieno sostegno dei quesiti referendari.
Ecco perché, mai come in
questo momento in cui le avances del Governo si fanno sottili e ambigue, è
quanto mai necessario un cambio di passo
sostanziale, che restituisca dignità all’ente regionale e dimostri ai
pugliesi la volontà di essere protagonisti di un percorso reale di
ridiscussione delle politiche energetiche, fatto senza pregiudizi ma anche
senza costrizioni.
La Regione
Puglia ha dato procura per promuovere il conflitto di attribuzione. Un atto importante, cui devono seguirne altri, tesi a
rafforzare il peso reale dei territori e a prendere adeguate precauzioni contro
gli attacchi perpetrati a due passi da casa nostra.
Chiediamo al Presidente Emiliano e al Consiglio Regionale una
serie di atti urgenti e indifferibili:
-
di diffidare formalmente il
Ministero dello Sviluppo Economico a provvedere all’immediata emanazione ed alla conseguente
pubblicazione sul BUIG dei decreti di rigetto per i procedimenti tuttora in
corso entro le dodici miglia e a dare preavviso di rigetto per quelli
parzialmente interferenti (tra questi ricadono diversi permessi che riguardano
la Puglia)
-
di chiedere
formalmente al Ministero dello Sviluppo Economico, con riguardo al progetto “Tempa Rossa”, che le autorizzazioni necessarie
per l’ampliamento delle infrastrutture, siano riviste sulla base di una reale
intesa con la Regione e non secondo procedura semplificata, così come
ripristinato secondo le nuove norme della Legge di Stabilità. La regione si
faccia, dunque, portavoce delle istanze del territorio in maniera forte e
chiara.
-
di ricorrere al TAR contro il
permesso di ricerca B.R274.EL , rilasciato alla Petroceltic Italia srl, al largo delle coste
del Gargano
Se fosse rimasto qualche dubbio
sulle reali intenzioni del Governo, ci poniamo questa domanda finale: cosa se
ne fa Petroceltic di un permesso di ricerca se, per quelle stesse aree, secondo
le nuove norme, non potrà mai avere un permesso per trivellare?
- Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili
- Comitato per la Tutela del Mare del Gargano
- Garganistan Movement
- Comitato No Trivelle Capo di Leuca
- Rete No Triv Gargano
- A.B.A.P. Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi
- Comitato Tutela Porto Miggiano
- Movimento Stop Tempa Rossa
- Legamjonici
- Movimento ambientalista di tutela del Gargano
- Gargano libero
- Capitanata in rete
- Gruppo Archeologico Garganico Silvio Ferri
- No Triv Taranto
- No Triv Trani
- Coordinameno No Triv –Terra di Bari
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