sabato 23 novembre 2013

Incisione a Monte Pucci del "termine" (confini) dell'Abbazia di Càlena -1133-

Nel corso del Medioevo la Chiesa provvide a definire e segnalare i confini dei propri possedimenti ponendo dei "termini" agli epigoni del perimetro che delimitava le numerose proprietà, arricchite anche dai numerosi lasciti e donazioni che la chiesa riceveva.

Questo sistema di "porre termini" fu un'esigenza per arginare e metter fine alle continue occupazioni che ricchi proprietari terrieri perpetravano ai danni della Chiesa.

Un esempio eclatante riguarda il caso del Barone Dentice.

Parte del manoscritto da cui  siamo risaliti al significato del “termine” (vedi foto) inciso sulla roccia in località Monte Pucci, nel comune di Peschici, a segnalare confini e proprietà  dell’abbazia di Kàlena.

In particolare al capitolo -Del 1133-

“…della chiesia di S.ta Maria di Calena,
descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento  e di sue  raggioni,  cominciando  al piede di Monte puggio,”

“….e se ne viene a Monte puggio a ritrovare lo termine 
in ditto Monte puggio scolpito  nel sasso vivo 
di ditto Monte puggio.”

Estratto dal manoscritto  
"Raggioni del Monastero S.ta Maria di Tremiti, 
cavati da diversi instrumenti et donatione et altre, 
per il Rev.do P.re Don Timoteo Mainardi."
-1592-





***


Raggioni  di S,ta Maria di Tremiti di Calena
nel territorio  di Calena e di Peschici

Del 1062 del mese di Lulio
Lo reverendissimo Leone arcivescovo di Siponto  fece donacione alla Madonna di Tremiti   di  una  sua  chiesia   et  abbacia   nella  sua  Diocesi   sipontina   nel territorio  di Peschici, alias ditta Peschice destrutta.

La qual chiesia  è intitolata S.ta Maria di Calena,  con vari e assai  beni, comperati  dal ditta  Arcivescovo et uniti et incorporati  alla ditta  abbacia  a e chiesia, quali sono questi; 

la chiesia con una terra piccola, 
un pastina appresso a quello,
una  terra ditta Testa Negipto, da lui comperata, e dedicata  alla  ditta chiesia di  Calena,
et  unaltra terra ditta Malcha  da  lui pure comperata  e dedicata  alla  ditta
chiesia,  
unaltra terra ditta Guaidabito da lui comperata,
con unaltra terra ditta Guaidavito da lui pure comperata  e unita e dedicata alla ditta chiesia, dedicata  alla ditta chiesia,
e anche  molte  selve  e  boschi,  succisi  e non  succisi  zioè  taliati e non  taliati, e uniti  e dedicati  alla  ditta  chiesia  di S.ta  Maria  di Calena, 
le quali  tutte  cose unite S.ta Maria di Calena  alla ditta abbacia,  le donò alla Madonna di Tremiti da poterla possedere liberamente a suo beneplacito in perpetuo, senza dover pagar censo alcuno, né recognicione alcuna.

Così  appare  per  istrumento di donacione rogato per lo notar Smaragdo, lanno soprascritto il quale è registrato  nel libro dele donacioni di carta pecora, a carte 5 e nel libro di carta reale, a carte 4, e ne appare nota nei libri del Memoriali di Calena, segnato A, a carte 23.

La qual chiesia di S.ta Maria di Calena, in un successo di poco tempo pervenne devotissima e famosissima et anche ricchissima con grande dominio di paesi, alla quale obbedivano molti popoli, casali, castelli e villaggi.





Del 1133
Il serenissimo Rugiero longobardo re di Napole e di tutto lo regno Napolitano fece un indulto e privilegio al venerabile monastero et abbacia di S.ta Maria di Calena,  con  lo quale  conferina  e corrobora  tutti li beni, possessioni, lochi e grancie della chiesia di S.ta Maria di Calena, descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento  e di sue  raggioni,  cominciando  al piede di Monte puggio, ma però a principio al termine posto fuori della chiesia di S.to Martino in Monte puggio e  viene  a  discendere  al  piede  di  ditto Monte  pucio. 

Nel qual piede appresso Marina, sotto una pianta di fico vi è posto un altro   termine improntato nel sasso vivo del ditto monte, con lo merco di Calena.

Qual merco dimostra il ditto Monte puggio essere di Calena, altrimenti se non fusse lo ditto Monte di Calena,  seria in altro loco fisso in terra circonvicina, cammina  poi ditto tenimento e territorio di Calena da ditto Monte puggio per lo piano e per rivera di marina e spiaggia, sino al termine posto al piede deUa strada che cammina dalla chiesia di S.ta Barbara a Peschici e da ditto termine camina  alla  muralia  di  Peschici  vecchio,  per scontro  la strada che  va dalla muralia per drittura alla Piazza, e passando la porta della piazza nova, traversa sino  fori  della  muralia  dallaltra  parte di  Peschici,  verso S.to  Francisco e camina sino a Monte  Draliano per drittura, di poi da ditto Monte Draliano per drittura  descende  nella  Valle  di Porcionisca,  dove  al piede  di  ditta  valle, appresso  di Marina,  sta  uno  termine  di  pietra  viva con lo merco  di Calena piantato  in terra al  piede della  via che viene  da  Peschici  a Porcionisca.

Dal quale termine camina lo ditto tenimento e territorio sempre continuando senza alcun intermedio, insino al Castello Marino destrutto et hora ditto Chianca di Marino, e camina più inanci insino al rivoltar de li monti di sotto via per le tenute di S.to Stefano a Mare  della terra o castello, alias ditto Terra  Malcha, e va allaqua viva, ditta  la fonte  delo  eremita, e passando  per le terre de lo Archerio, e per la Valle Maggia  pastinella, camina sino alo Cotino di Charità e pilia  le due  Grotte  di Charità, e per sotto lo bosco e defensa di Sfilzo camina dino a Monte  Catena e di da lo Monte di Calena va a cippo nigro nelle confine di Vico e va a lo Cotino overo  Lago dombra overo della Valle dombra, e pilia tutto lo territorio di Pallicio e v'a per la Pila saracinescha e per lo Lago radicoso e camina per mezo lo Vallone  dellaqua di Aderiso, circunda lo Monte del casale o terra destrutta alias ditta Casale Guaidavito e di poi se en va per la via Gadescha che viene a Croce di confini di Vico e per schena del Monte va alla chiesia  di  S.to  Martino,  quale  sta appresso lo primo termine e per drittura descende sino al mare e se ne viene a Monte puggio a ritrovare lo termine in ditto Monte puggio scolpito nel sasso vivo di ditto Monte puggio. 

Questo sia lo tenimento e territorio dela venerabile abbacia di Calena, e tutto lo tenimento dentro a tale tenimento sia juridica-mente di ditta Abbacia, donata a Tremiti dal reverendissimo Leone arcivescovo di Siponto e confermata dal serenissimo Rugiero longobardo re di Napole, soprascritti.




1137 del mese di Agusto
Lo s.or Roberto Normando longobardo, conte di Vestia, di Peschisa, di Rodi, di lago di Varano, di Imbuto, del Lauro, di Monte Devio, di Candela e di Lesina, filiolo del grande Costantino  s.re normando, di poi che ebbe venduto lo Castello delo Imbuto con tutte le sue pertinence di terra, e di tutto lo lago Pantano e fiume di Varano e con laqua di mare per scontra a tutte tali tenute.

Al rev. Abate Roberto, abate di Calena, per perpetuo, si compiaque di voler fare e fece donacione alla Madonna di Tremiti di una chiesia intitolata S.ta Maria di Calenella  con molti suoi beni circumcirca  lavorativi e boschivi et olivati e la donò con tutte le sue pertinence, così appare per istromento del Notar Leone, rogato nel mese et anno soprascritti,  registrato nel libro dele donacioni di carta pecora, a carte 5 e nel libro di carta reale, a carte 4, e ne appare nota nei libri del Memoriali di Calena, segnato A, a carte 23.





Del 1143 del mese di Marzo
La  qual  chiesia  di  S.ta  Maria  di  Calenella  confermarono  in  donacione al Monastero di Tremiti il s.or Giorgio, Tripo e Tallamiro,  Normandi longobardi e  cugini germani  del ditto s.or  Roberto soprascritto  et habitatori in Peschisa.

Con altre sei vigne sue, di molte altre terre vacue, che sono in quello contorno con tutte le altre loro pertinence, così appare per donacione, fatta per lo notar.

lirando  del  mese et anno  soprascritti  registrato  nel libro dele donacioni  di carta pecora, a carte 5 e nel libro di carta reale, a carte 4, e ne appare nota nei libri del Memoriali di Calena, segnato A, a carte 24. Delle quali due donacioni YÌ è un transumato  autentico  dal suo originale  in carta  pecora per mano del notar Palacio in Napole, addì 27 di maio del 1422 e ne appare nota nei libri del Memoriali di Catena, segnato A, a carte 23.


Garganistan ringrazia M.A.P. per la cortese e preziosa collaborazione.




Garganistan, Novembre 2013


Garganistan ® 2013

6 commenti:

  1. attenzione, Santa Maria di Calenella non è l'abbazia di Kalena. Comunque molto interessante...chissà se il titolo è davvero quello citato

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  2. Al capitolo "Del 1133" in riferimento al "termine" della foto si parla di "della chiesia di S.ta Maria di Calena, descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento e di sue raggioni".
    Riguardo alla chiesa di Calenella è certo che era proprietà di Kalena
    -1137 del mese di Agusto- "Al rev. Abate Roberto, abate di Calena, per perpetuo, si compiaque di voler fare e fece donacione alla Madonna di Tremiti di una chiesa intitolata S.ta Maria di Calenella."
    Ma la donazione avviene dopo il 1133. Prima dei "termini".
    La chiesa di calenella sono i ruderi ancora visibili nella piana cosidetta di Calenella.
    Sicuramente procedendo tra i confini dal manoscritto riportati possiamo riconescere la "chiesia di S.ta Barbara a Peschici" oggi mini appartamenti stagionalità turistica,e " verso S.to Francisco " oggi chiesa di Sant' Antonio .....e molto ancora.

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  3. ho le foto di s maria di calenella...invece santa barbara dove si trova?via?

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  4. Purtroppo la chiesa di santa Barbara di Peschici è stata demolita per costruire al suo posto degli appartamentini. Negli anni novanta.

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  5. La chiesa di santa barbara prima della demolizione, non si sa come ma risultava o la fecero risultare come magazino dai vecchi proprietari, i martucci se non mi sbaglio, che la vendettero a quello che la butto' giu' per fare mini appartamenti

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