Nel corso del Medioevo la Chiesa
provvide a definire e segnalare i confini dei propri possedimenti ponendo dei "termini" agli epigoni del
perimetro che delimitava le numerose proprietà, arricchite anche dai numerosi
lasciti e donazioni che la chiesa riceveva.
Questo sistema di "porre termini" fu un'esigenza
per arginare e metter fine alle continue occupazioni che ricchi proprietari
terrieri perpetravano ai danni della Chiesa.
Un
esempio eclatante riguarda il caso del Barone Dentice.
Parte
del manoscritto da cui siamo risaliti al
significato del “termine” (vedi foto) inciso sulla roccia in località Monte Pucci, nel comune di Peschici, a
segnalare confini e proprietà dell’abbazia di Kàlena.
In
particolare al capitolo -Del 1133-
“…della chiesia di S.ta Maria di Calena,
descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento e di sue raggioni, cominciando al piede di Monte puggio,”
descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento e di sue raggioni, cominciando al piede di Monte puggio,”
“….e se ne viene a Monte
puggio a ritrovare
lo termine
in ditto Monte puggio scolpito nel sasso vivo
di ditto Monte puggio.”
in ditto Monte puggio scolpito nel sasso vivo
di ditto Monte puggio.”
Estratto
dal manoscritto
"Raggioni del Monastero S.ta Maria di Tremiti,
cavati da diversi instrumenti et donatione et altre,
per il Rev.do P.re Don
Timoteo Mainardi."
-1592-
***
Raggioni di S,ta Maria di Tremiti e di Calena
nel
territorio di Calena e di Peschici
Del 1062 del mese di Lulio
Lo reverendissimo Leone arcivescovo di
Siponto fece
donacione alla Madonna di Tremiti
di una sua chiesia
et abbacia
nella sua Diocesi
sipontina nel territorio
di Peschici, alias ditta Peschice
destrutta.
La qual chiesia è intitolata S.ta Maria di Calena, con vari e assai
beni, comperati dal ditta Arcivescovo et uniti et incorporati alla ditta abbacia a e chiesia, quali sono questi;
la chiesia con una terra piccola,
un pastina appresso a quello,
una terra ditta Testa
Negipto, da lui comperata, e dedicata alla ditta chiesia di Calena,
et
unaltra terra ditta Malcha
da
lui pure comperata
e dedicata alla ditta
chiesia,
unaltra terra ditta Guaidabito da lui comperata,
con unaltra
terra ditta Guaidavito da
lui pure comperata e unita e dedicata
alla ditta
chiesia, dedicata alla ditta chiesia,
e anche
molte
selve
e
boschi,
succisi
e non succisi zioè taliati
e
non
taliati,
e uniti e dedicati
alla
ditta
chiesia
di S.ta Maria di Calena,
le quali tutte cose unite S.ta Maria di Calena
alla ditta abbacia, le donò alla Madonna di Tremiti da poterla possedere liberamente a suo beneplacito in perpetuo, senza dover
pagar censo alcuno, né recognicione alcuna.
Così
appare
per
istrumento di donacione rogato per lo notar Smaragdo, lanno
soprascritto il quale è registrato
nel libro dele donacioni
di carta pecora,
a carte 5 e nel libro di carta reale, a carte 4, e ne appare nota nei libri del Memoriali di Calena, segnato
A, a carte 23.
La qual chiesia di S.ta Maria di Calena, in un successo
di poco tempo pervenne devotissima e famosissima et anche ricchissima con grande dominio di
paesi, alla quale obbedivano molti
popoli, casali, castelli
e villaggi.
Del 1133
Il serenissimo Rugiero longobardo re di Napole
e di tutto lo regno Napolitano fece un indulto e privilegio al venerabile monastero
et abbacia di S.ta Maria
di Calena, con
lo quale conferina e corrobora tutti
li beni, possessioni, lochi
e grancie della chiesia di S.ta Maria di Calena, descrivendo lo circuito di tutto lo suo
tenimento e di sue raggioni, cominciando al piede di Monte puggio,
ma
però a principio al termine posto fuori della chiesia di S.to Martino
in Monte puggio e viene a discendere al piede di ditto
Monte
pucio.
Nel qual piede appresso Marina, sotto una pianta
di
fico
vi
è
posto un altro
termine improntato nel sasso vivo del ditto monte, con lo merco di Calena.
Qual merco dimostra
il ditto Monte puggio essere
di Calena, altrimenti se non fusse lo ditto Monte di Calena, seria
in altro loco fisso in terra circonvicina,
cammina poi
ditto tenimento e territorio di Calena da ditto Monte puggio per lo piano e per rivera di marina e spiaggia, sino al termine
posto al piede
deUa strada che cammina dalla chiesia di S.ta Barbara
a Peschici e da ditto termine camina alla muralia
di
Peschici
vecchio,
per scontro la strada che
va dalla muralia per drittura alla Piazza, e passando la porta della piazza nova, traversa sino fori della
muralia
dallaltra
parte
di
Peschici,
verso S.to
Francisco e camina sino a Monte Draliano per drittura, di poi da ditto Monte Draliano
per drittura descende
nella
Valle
di
Porcionisca, dove al piede
di
ditta
valle, appresso di Marina, sta uno
termine di pietra viva con lo merco
di Calena piantato
in terra al
piede della via che viene da Peschici a Porcionisca.
Dal quale termine
camina lo ditto tenimento e territorio sempre
continuando senza
alcun intermedio, insino al Castello Marino
destrutto et hora ditto Chianca di Marino, e camina più inanci insino
al rivoltar de li monti
di sotto via per le tenute di S.to Stefano a
Mare della
terra o castello, alias ditto Terra Malcha, e va allaqua viva, ditta la fonte delo eremita, e
passando per le terre de lo Archerio, e per la Valle
Maggia pastinella, camina sino alo Cotino di Charità e pilia le due
Grotte
di Charità, e per sotto lo bosco e defensa di
Sfilzo camina dino a Monte Catena e
di là da lo Monte di Calena va a cippo nigro
nelle confine di Vico e va a lo Cotino
overo Lago
dombra overo della Valle dombra,
e
pilia tutto lo territorio di Pallicio e v'a per la Pila saracinescha e per lo Lago radicoso e camina per mezo lo Vallone dellaqua
di Aderiso, circunda
lo Monte del casale
o terra destrutta alias ditta Casale Guaidavito e di poi se en va per la via Gadescha che viene
a Croce di confini di Vico e per schena del Monte va
alla chiesia
di
S.to
Martino,
quale
sta appresso lo primo termine
e per drittura descende sino al mare e se ne viene a
Monte puggio a ritrovare lo termine in ditto Monte puggio scolpito nel sasso vivo di ditto Monte puggio.
Questo
sia lo tenimento e territorio dela venerabile abbacia di Calena,
e tutto lo tenimento dentro a tale tenimento
sia juridica-mente di ditta Abbacia, donata a Tremiti dal reverendissimo Leone arcivescovo di Siponto e confermata dal serenissimo Rugiero longobardo re di Napole, soprascritti.
1137 del mese di Agusto
Lo s.or Roberto
Normando longobardo, conte di Vestia,
di Peschisa, di Rodi,
di lago di Varano, di Imbuto, del Lauro, di Monte Devio,
di Candela e di Lesina, filiolo
del grande Costantino s.re normando, di poi che ebbe venduto lo Castello
delo Imbuto con tutte le sue pertinence di terra, e di tutto lo lago Pantano e fiume di Varano e con laqua di mare per scontra
a tutte tali tenute.
Al rev.
Abate Roberto, abate
di Calena, per perpetuo, si compiaque di voler fare e fece donacione alla Madonna di Tremiti di una chiesia
intitolata S.ta Maria di
Calenella con molti suoi beni circumcirca lavorativi e boschivi et olivati e la
donò con tutte le sue pertinence, così appare per istromento del Notar Leone, rogato nel mese et anno soprascritti, registrato nel libro dele donacioni di carta pecora, a carte 5 e nel libro di carta reale,
a carte 4, e ne appare nota nei libri del Memoriali di Calena, segnato
A, a carte 23.
Del 1143 del mese di Marzo
La qual chiesia
di
S.ta
Maria
di
Calenella
confermarono
in
donacione
al
Monastero di Tremiti il s.or Giorgio, Tripo e Tallamiro, Normandi longobardi
e cugini germani del
ditto s.or Roberto soprascritto et habitatori in Peschisa.
Con altre sei vigne sue, di molte altre terre vacue, che sono in quello
contorno con tutte
le altre loro pertinence, così appare per donacione, fatta per lo notar.
lirando del mese et anno soprascritti registrato nel libro dele donacioni di carta pecora, a carte 5 e nel libro di carta reale,
a carte 4, e ne appare nota nei
libri del Memoriali di Calena,
segnato A, a carte 24. Delle quali due donacioni
YÌ è un transumato autentico
dal suo originale
in carta pecora per mano del notar
Palacio in Napole,
addì 27 di maio del 1422 e ne appare nota nei libri del
Memoriali di Catena,
segnato A, a carte 23.
Garganistan ringrazia M.A.P. per la cortese e preziosa
collaborazione.
Garganistan, Novembre 2013
Garganistan ® 2013
attenzione, Santa Maria di Calenella non è l'abbazia di Kalena. Comunque molto interessante...chissà se il titolo è davvero quello citato
RispondiEliminaAl capitolo "Del 1133" in riferimento al "termine" della foto si parla di "della chiesia di S.ta Maria di Calena, descrivendo lo circuito di tutto lo suo tenimento e di sue raggioni".
RispondiEliminaRiguardo alla chiesa di Calenella è certo che era proprietà di Kalena
-1137 del mese di Agusto- "Al rev. Abate Roberto, abate di Calena, per perpetuo, si compiaque di voler fare e fece donacione alla Madonna di Tremiti di una chiesa intitolata S.ta Maria di Calenella."
Ma la donazione avviene dopo il 1133. Prima dei "termini".
La chiesa di calenella sono i ruderi ancora visibili nella piana cosidetta di Calenella.
Sicuramente procedendo tra i confini dal manoscritto riportati possiamo riconescere la "chiesia di S.ta Barbara a Peschici" oggi mini appartamenti stagionalità turistica,e " verso S.to Francisco " oggi chiesa di Sant' Antonio .....e molto ancora.
ho le foto di s maria di calenella...invece santa barbara dove si trova?via?
RispondiEliminaPurtroppo la chiesa di santa Barbara di Peschici è stata demolita per costruire al suo posto degli appartamentini. Negli anni novanta.
RispondiEliminaLa chiesa di santa barbara prima della demolizione, non si sa come ma risultava o la fecero risultare come magazino dai vecchi proprietari, i martucci se non mi sbaglio, che la vendettero a quello che la butto' giu' per fare mini appartamenti
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