Il
comune di Carpino giace ai piedi della collina Pastromiele, oggi conta
circa 4500 abitanti ad un'altezza di 147 metri s.l.m. ed ha una
superficie di 83 Kmq.
STORIA
Probabilmente
le sue origini risalgono all'XI secolo, quando alcuni abitanti
dell'antica città dell'Uria si trasferirono in altre parti del Gargano,
in questo caso in boschi di càrpini che all'epoca circondavano il Lago
di Varano e ne ricoprivano la collina Pastromiele.
Il
suo nome sembra attinente proprio alla presenza dei càrpini in loco;
il suo nome ha avuto diverse matamorfosi, con il passare del tempo il
suo nome cambiò prima in Crapino, poi in seguito in Caprino, fino al
contemporaneo Carpino, come riportato in un documento del 1628.
Torre Castello |
Il
primo documento in cui si nomina Carpino è su una bolla del 1158, con
la quale Papa Adriano IV, confermava all' abbazia di Monte Sacro i
privilegi sulle Chiese di San Pietro e di Santa Maria presso il "Castellum Caprelis".
Carpino
fu meta di molti popoli come i gli Aragonesi, gli Angioini, i Normanni e
proprio i Normanni che costruirono il maestoso Castello, infatti, tra
il 1150 ed il 1160 diffusero il loro dominio su tutta la parte
settentrionale del Gargano, per questo edificarono prima l'imponente
torrione come segno di dominio territoriale e poi l'edificazone del
castello e delle mura per la protezione dell'abitato, più tardi gli
Svevi lo restaurarono e lo ampliarono, potenziando la sua funzione
difensiva.
Dopo gli Svevi furono i Della Marra a possedere il feudo di Carpino per oltre 150 anni.
Poi fu assegnato, per circa un decennio ai Di Sangro di Torremaggiore, fino a quando re Federico, lo conferì a Troiano Mormille.
Nel
1526 il Sacro Consiglio ordinò la vendita di Carpino e Cagnano e per
appagare i creditori del feudatario Fabrizio Mormille ed il feudo fu
comprato da Antonio Loffredo al quale succedettero subito dopo i Nava.
Nel
1532 la comunità di Carpino non viveva un periodo felice, infatti, gli
abitanti si erano rifugiati tra le mura, oggi zona chiamata "Terra
Vecchia".
Nella Carpino del 1616 i Signori di Carpino sono Alonso de Vargas e la sua consorte Zenobia Nava.
Nel 1680 sono ancora i Vargas a possedere il feudo con il titolo di principato.
Gli ultimi feudatari furono la famiglia Brancaccio, come attestato su una lapide sita nell'ex Chiesa del Purgatorio, dovuto al matrimonio con una figlia dei Vargas.
Panorama di Carpino visto da Piano Vergato |
CENTRO STORICO E LUOGHI DI CULTO
Il centro storico di Carpino è caratterizzato dai piccoli vicoli con caratteristiche scalinate e dai classici "Mugnali", diffusi in tutti i centri storici garganici, balconi con scale che servivano per accedere ai primi piani delle proprie abitazioni.
Chiesa San Nicola di Mira |
E' possibile ammirare i resti del Castello Normanno-Svevo e la Chiesa Madre che con le reliquie dei Santi martiri Dionisio e Lelio;
fu consacrata a San Nicola di Mira nel 1678 dal vescovo Vincenzo Maria Orsini, diventato poi Papa Benedetto XIII.
Chiesa San Cirillo - Piazza del Popolo |
All'interno, sulla volta, è possibile ammirare il dipinto a tempera rappresentante la Santissima Trinità (foto sx) e i due Santi Patroni venerati a Carpino, ovvero, San Cirillo d'Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa e San Rocco pellegrino, festeggiati in ordine il 18 maggio e il 16 agosto.
La Chiesa della Santa Croce è edificata sulla collina di Pastromiele fu voluta nel 1818 da Paolo Santoro un benestante di Carpino, fino al 1943 si celebrava la messa ogni venerdì e particolarmente il 3 maggio, giorno della Santa Croce.
Nel 1943 un fulmine, ne distrusse il tetto, nel 1944 si cercò di ripristinarla, ma l'insesibilità del parroco del tempo fece arrendere gli agguerriti fedeli.Il crocefisso che impreziosiva la cappella fu spostato nella Chiesa Madre.
Ultimamente ristrutturata è usata occasionalmente per cresime, comunioni.
Attualmente è aperta solo due volte l'anno: il 3 maggio, giorno della Santa Croce, e il 14 settembre, giorno dell'Esaltazione della Croce".
La Chiesa di Sant’Anna sita in agro di Carpino poco distante dal centro abitato fu costruita per permettere ai contadini dell'epoca di assistere alla messa del mattino.In principio fu affidata ad un eremita, che alloggiava in una struttura semplice poco distante, ormai andata distrutta.
La Chiesa fu sottoposta a diversi interventi di restauro, che ne hanno, per fortuna, conservato l’aspetto originario.
La facciata in pietra bianca è ancora visibile. Sull'altare in stile barocco, ci sono due colonne decorate da vite, su cui era affisso un quadro del '700 raffigurante la Madonna col Bambino e Sant'Anna trafugato poi nel 1969.
Questo misfatto associato alla distanza della Chiesa dal centro abitato portò la gente del loco a non frequentare più il tempio e allo scadimento della struttura.
La gastronomia di
Carpino è caratterizzata da formaggi, ortaggi secchi o sott’olio, olive
in salamoia, pane e focaccia, ma in particolare spiccano nell’eccelso,
l’Olio extravergine d’oliva e la Fava di Carpino.
L’Olio extravergine d’oliva
Una terra ricca di fosforo unita alle condizioni climatiche del luogo aggiudicano a Carpino la fama di “Città dell’Olio”.Dall’esperienza secolare per l’olivicoltura, tramandata da padre in figlio, ne nasce un olio di elevata qualità.
La maggior quantità di olio viene prodotto dall’ogliarola garganica e in minima parte dalla Coratina o il Leccino.
Dal sapore fruttato, dalla bassa acidità e dall’inconfondibile color oro e non è da distinguere da altri oli garganici come quello della zona “Matine” tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo o quello delle pianure del territorio di Rignano Garganico.
La maggior quantità di olio viene prodotto dall’ogliarola garganica e in minima parte dalla Coratina o il Leccino.
Dal sapore fruttato, dalla bassa acidità e dall’inconfondibile color oro e non è da distinguere da altri oli garganici come quello della zona “Matine” tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo o quello delle pianure del territorio di Rignano Garganico.
La Fava di Carpino
La Vicia Faba maior, è una varietà di fava autoctona coltivata nell’agro di Carpino.
Per molti anni, questo legume è stato la colonna portante dell'economia e dell'alimentazione del paese.
Procedimenti antichi, microclima e la qualità del terreno, danno alla fava di Carpino le giuste condizioni, per diventare un prodotto sano e genuino, alla base dell’alimentazione mediterranea, da sempre; questo legume infatti ha un cospicuo contenuto di carboidrati, proteine, vitamine e fibre.
Il seme viene piantato in ottobre mentre nel mese di giugno si falcia la pianta e si lega in fasci detti “manocchi” e si lascia seccare sul posto.
A luglio con forche in legno, si separa la paglia dal frutto.
Un modo per degustarle è l’appetitoso “fave e cicoria”o il "Pancotto alla carpinese con le fave", piatto tipico del Gargano, condendolo semplicemente con dell’Olio extravergine e a piacere della cipolla cruda a fette.
Per molti anni, questo legume è stato la colonna portante dell'economia e dell'alimentazione del paese.
Procedimenti antichi, microclima e la qualità del terreno, danno alla fava di Carpino le giuste condizioni, per diventare un prodotto sano e genuino, alla base dell’alimentazione mediterranea, da sempre; questo legume infatti ha un cospicuo contenuto di carboidrati, proteine, vitamine e fibre.
Il seme viene piantato in ottobre mentre nel mese di giugno si falcia la pianta e si lega in fasci detti “manocchi” e si lascia seccare sul posto.
A luglio con forche in legno, si separa la paglia dal frutto.
Un modo per degustarle è l’appetitoso “fave e cicoria”o il "Pancotto alla carpinese con le fave", piatto tipico del Gargano, condendolo semplicemente con dell’Olio extravergine e a piacere della cipolla cruda a fette.
Gli
eventi importanti di Carpino sono la consueta sagra “dell’olio e delle
fave” ad agosto, la festa dell’olio novello a dicembre e dell’ormai noto
Carpino Folk Festival.
Il Carpino Folk Festival
Carpino Folk Festival - Francesco Crisetti e Progetto Cala la Sera in concerto |
Già dalla prima edizione il festival riscosse elevato successo, grazie anche ai cantori (all'epoca quasi ottantenni) Andrea Sacco, Antonio Piccininno e Antonio Maccarone.
Con il passar degli anni parecchi musicisti e studiosi di musicologia sono passati da Carpino, come Eugenio Bennato, Angelo Branduardi, Teresa De Sio e molti altri.
Piazza del Popolo - Concerto di Luca Bassanese - CFF 2011 |
Negli ultimi anni, il folk festival ha avuto impennate di visite che toccano più di 80000 persone (edizione 2008).
Nei pressi del palco, sito in Piazza del Popolo, è possibile trovare stand per la degustazione di vini e di piatti tipici come l'immancabile fave e cicorie, oppura proddotti artigianali come la chitarra battente, le castagnole e svariati tamburelli, oggetti indispensabili per questi giorni di festa; sempre nelle vicinanze è possibile vedere come tessere, alla maniera di un tempo, variopinti tessuti da donne del loco.
Questo festival ha reso al Gargano un punto di riferimento internazionale, per la musica popolare e le tradizioni del Sud-Italia.
Nessun commento:
Posta un commento