venerdì 18 giugno 2010

Carpino

Il comune di Carpino giace ai piedi della collina Pastromiele, oggi conta circa 4500 abitanti ad un'altezza di 147 metri s.l.m. ed ha una superficie di 83 Kmq.

STORIA

Probabilmente le  sue origini risalgono all'XI secolo, quando alcuni abitanti dell'antica città dell'Uria si trasferirono in altre parti del Gargano, in questo caso in boschi di càrpini che all'epoca circondavano il Lago di Varano e ne ricoprivano la collina Pastromiele.

Il suo nome sembra attinente proprio alla  presenza dei càrpini in loco; il suo nome ha avuto diverse matamorfosi, con il passare del tempo il suo nome cambiò prima in Crapino, poi in seguito in Caprino, fino al contemporaneo Carpino, come riportato in un documento del 1628.

Torre Castello
Il primo documento in cui si nomina Carpino è su una bolla del 1158, con la quale Papa Adriano IV, confermava all' abbazia di Monte Sacro i privilegi sulle Chiese di San Pietro e di Santa Maria presso il "Castellum Caprelis".

Carpino fu meta di molti popoli come i gli Aragonesi, gli Angioini, i Normanni e proprio i Normanni che costruirono il maestoso Castello, infatti, tra il 1150 ed il 1160 diffusero il loro dominio su tutta la parte settentrionale del Gargano, per questo edificarono prima l'imponente torrione come segno di dominio territoriale e poi l'edificazone del castello e delle mura per la protezione dell'abitato, più tardi gli Svevi lo restaurarono e lo ampliarono, potenziando la sua funzione difensiva.

Dopo gli Svevi furono i Della Marra a possedere il feudo di Carpino per oltre 150 anni.
Poi fu assegnato, per circa un decennio ai Di Sangro di Torremaggiore, fino a quando re Federico, lo conferì a Troiano Mormille.

Nel 1526 il Sacro Consiglio ordinò la vendita di Carpino e Cagnano e per appagare i creditori del feudatario Fabrizio Mormille ed il feudo fu comprato da Antonio Loffredo al quale succedettero  subito dopo i Nava.

Nel 1532 la comunità di Carpino non viveva un periodo felice, infatti, gli abitanti si erano rifugiati tra le mura, oggi zona chiamata "Terra Vecchia".
Nella Carpino del 1616 i Signori di Carpino sono Alonso de Vargas e la sua consorte Zenobia Nava.

Nel 1680 sono ancora i Vargas a possedere il feudo con il titolo di principato.
Gli ultimi feudatari furono la famiglia Brancaccio, come attestato su una lapide sita nell'ex Chiesa del Purgatorio, dovuto al matrimonio con una figlia dei Vargas.

Panorama di Carpino visto da Piano Vergato

CENTRO STORICO E LUOGHI DI CULTO





















Il centro storico di Carpino è caratterizzato dai piccoli vicoli con caratteristiche scalinate e dai classici "Mugnali", diffusi in tutti i centri storici garganici,  balconi con scale che servivano  per accedere ai primi piani delle proprie abitazioni.









Chiesa San Nicola di Mira












E' possibile ammirare i resti del Castello Normanno-Svevo e la Chiesa Madre che con le reliquie dei Santi martiri Dionisio e Lelio;
fu consacrata a San Nicola di Mira nel 1678 dal vescovo Vincenzo Maria Orsini, diventato poi Papa Benedetto XIII.




Chiesa San Cirillo - Piazza del Popolo
La Chiesa di San Cirillo è sita in Piazza del Popolo, costruita nel 1310 aveva la  funzione di oratorio, fu poi ristrutturata nel 1770 acquisendo uno stile prettamente barocco.

 
















All'interno, sulla volta,  è possibile ammirare il dipinto a tempera rappresentante la Santissima Trinità (foto sx) e i  due Santi Patroni venerati a Carpino, ovvero,  San Cirillo d'Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa e San Rocco pellegrino, festeggiati in ordine il 18 maggio e  il 16 agosto.





La Chiesa della Santa Croce è edificata sulla collina di Pastromiele fu voluta nel 1818 da Paolo Santoro un benestante di Carpino, fino al 1943 si celebrava la messa ogni venerdì e particolarmente il 3 maggio, giorno della Santa Croce.
Nel 1943 un fulmine, ne distrusse il tetto, nel 1944 si cercò di ripristinarla, ma l'insesibilità del parroco del tempo fece arrendere gli agguerriti fedeli.Il crocefisso che impreziosiva la cappella fu spostato nella Chiesa Madre.
Ultimamente ristrutturata è usata occasionalmente per cresime, comunioni.
Attualmente è aperta solo due volte l'anno: il 3 maggio, giorno della Santa Croce, e il 14 settembre, giorno dell'Esaltazione della Croce".




La Chiesa di Sant’Anna sita in agro di Carpino poco distante dal centro abitato fu costruita per permettere ai contadini dell'epoca di assistere alla messa del mattino.In principio fu affidata ad un eremita, che alloggiava in una struttura semplice poco distante, ormai andata distrutta.
La Chiesa fu sottoposta a diversi interventi di restauro, che ne hanno, per fortuna, conservato l’aspetto originario.
La facciata in pietra bianca è ancora visibile. Sull'altare in stile barocco, ci sono due colonne decorate da vite, su cui era affisso un quadro del '700 raffigurante la Madonna col Bambino e Sant'Anna trafugato poi nel 1969.
Questo misfatto associato alla distanza della Chiesa dal centro abitato portò la gente del loco a non frequentare più il tempio e allo scadimento della struttura.



La gastronomia di Carpino è caratterizzata da formaggi, ortaggi secchi o sott’olio, olive in salamoia, pane e focaccia, ma in particolare spiccano nell’eccelso, l’Olio extravergine d’oliva e la Fava di Carpino.

L’Olio extravergine d’oliva

Una terra ricca di fosforo unita alle condizioni climatiche del luogo aggiudicano a Carpino la fama  di “Città dell’Olio”.Dall’esperienza secolare per l’olivicoltura, tramandata da padre in figlio, ne nasce un olio di elevata qualità.

La maggior quantità di olio viene prodotto dall’ogliarola garganica e in minima parte dalla Coratina o il Leccino.


Dal sapore fruttato, dalla  bassa acidità e dall’inconfondibile color oro e non è da distinguere da altri oli garganici come quello della zona “Matine” tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo o quello delle pianure del territorio di Rignano Garganico.


La Fava di Carpino

La Vicia Faba maior, è una varietà di fava autoctona coltivata nell’agro di Carpino.
Per molti anni, questo legume è stato la colonna portante dell'economia e dell'alimentazione del paese.


Procedimenti antichi, microclima e la qualità del terreno, danno alla fava di Carpino le giuste condizioni, per diventare un prodotto sano e genuino, alla base dell’alimentazione mediterranea, da sempre; questo legume infatti ha un cospicuo contenuto di carboidrati, proteine, vitamine e fibre.


Il seme viene piantato in ottobre mentre nel mese di giugno si falcia la pianta e si lega in fasci detti “manocchi” e si lascia seccare sul posto.


A luglio con forche in legno, si separa la paglia dal frutto.


Un modo per degustarle è l’appetitoso  “fave e cicoria”o il "Pancotto alla carpinese con le fave", piatto tipico del Gargano, condendolo semplicemente con dell’Olio extravergine e a piacere della cipolla cruda a fette.
Gli eventi importanti di Carpino sono la consueta sagra “dell’olio e delle fave” ad agosto, la festa dell’olio novello a dicembre e dell’ormai noto Carpino Folk Festival.

Il Carpino Folk Festival

Carpino Folk Festival - Francesco Crisetti e Progetto Cala la Sera in concerto
Il Carpino Folk Festival, nasce nel 1996 grazie al musicista carpinese RoccoDraicchio, appartenente al gruppo musicale Al Darawish.

Già dalla prima edizione il festival riscosse elevato successo, grazie anche ai cantori (all'epoca quasi ottantenni) Andrea Sacco, Antonio Piccininno e Antonio Maccarone.


Con il passar degli anni parecchi musicisti e studiosi di musicologia sono passati da Carpino, come Eugenio Bennato, Angelo Branduardi, Teresa De Sio e molti altri.


Piazza del Popolo - Concerto di Luca Bassanese - CFF 2011
Il Carpino Folk Festival si svogle di solito nella prima decade di Agosto, con la "paziente collaborazione" di tutto il paese, in questi giorni di festa, Carpino diventa il centro della musica popolare del meridione, attraendo numerosi visitatori, garganici e non.

 

Negli ultimi anni, il folk festival ha avuto impennate di visite che toccano più di 80000 persone (edizione 2008).

Nei pressi del palco, sito in Piazza del Popolo, è possibile trovare stand per la degustazione di vini e di piatti tipici come l'immancabile fave e cicorie, oppura proddotti artigianali come la chitarra battente, le castagnole e svariati tamburelli, oggetti indispensabili per questi giorni di festa; sempre nelle vicinanze è possibile vedere come tessere, alla maniera di un tempo, variopinti tessuti da donne del loco.


Questo festival ha reso al Gargano un punto di riferimento internazionale, per la musica popolare e le tradizioni del Sud-Italia.

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